Da presidente dell’Ussi Umbria ricordo di Dante Ciliani la vicinanza nei confronti del nostro gruppo, mai venuta meno malgrado i tanti impegni al vertice dell’Ordine. In occasione delle nostre ultime elezioni, per dirne una, Dante si rese disponibile addirittura a fare da scrutatore nel seggio di Terni. Lui, il presidente dell’Ordine regionale dei giornalisti.
Così come, negli anni, non sono mai mancate le sue sollecitazioni e lo sprone a proseguire nella nostra attività, anche nei momenti in cui ci siamo trovati di fronte ad oggettive difficoltà, ad impegnarci per coinvolgere i colleghi più giovani, a lavorare per allargare la nostra platea di iscritti anche in quelle zone della nostra regione meno rappresentate.
Come Giorgio Palenga, invece, vivo il dolore di aver perso uno dei rari esempi di collega mostratosi negli anni – parecchi – sinceramente amico. Sempre presente e pronto al consiglio giusto e (realmente) disinteressato, specie nei momenti più difficili di un percorso professionale mai privo di incertezze. E ricordo i viaggi, spesso lunghi, condivisi insieme nel periodo in cui, per il Messaggero, seguiva anche lui le trasferte della Ternana. Occasioni che ci hanno permesso di trascorrere tanto tempo insieme, di parlare e confrontarsi al di fuori degli ambiti professionali e lavorativi. Fino agli incontri, praticamente quotidiani, uscendo e rientrando a casa, visto che il caso ha voluto che da qualche anno io viva sullo stesso pianerottolo della redazione ternana del Messaggero.
Col suo sorriso disincantato, l’occhio sempre vispo, specchio di una intelligenza lucida e aperta, e la capacità di sdrammatizzare sempre e comunque, Dante in queste ore leggerebbe i fiumi di parole che, a tutti i livelli, sono state spese per ricordarlo e se ne uscirebbe con una frase del tipo: “Ma dateje una piantata”. Consentici, Dante, anche un po’ di esercizio di quella retorica che hai sempre raccomandato di lasciare fuori dalla porta, perché “alla gente interessa solo sapere come sono andate le cose”. La notizia, oggi, è che nessuno di noi riesce ancora a credere e realizzare che non ci sei più.
Giorgio Palenga