Solo 7 delle 20 squadre di serie A hanno, nel corso della settimana, un atteggiamento collaborativo nei confronti dei media e dei tifosi. Atalanta, Carpi, Empoli, Genoa, Sampdoria, Sassuolo e Verona tengono, in genere, le porte aperte degli allenamenti. Al limite i tecnici chiedono privacy per la rifinitura, quella nella quale, per esempio, Di Francesco ha provato i movimenti dei neroverdi che hanno messo sul corner in ginocchio Empoli e Milan.
Nella fascia centrale ci sono Bologna, Chievo e Udinese: in genere allenamenti visibili al martedì e mercoledì, top secret nella parte finale della settimana.Ben 10 squadre su 20 svolgono tutto il lavoro dietro teloni e protette dai lucchetti. E che ci siano tutte le grandi è, in qualche misura, comprensibile, anche perché i vari “channel” dedicati qualcosa mostrano (di solito una versione giocosa e insignificante delle sedute).
Che in questo elenco però figuri il Frosinone è, come dire, curioso. O forse in parte giustificabile dalla debolezza tecnica della squadra di Stellone, compensata, evidentemente, da un raffinatissimo lavoro tattico.
Due le conclusioni che si possono trarre da questa inchiesta che ha svolto, principalmente, il socio Ussi Emilia Romagna Luca Nigro per “Il Pallone Gonfiato” (www.ilpallonegonfiato.com).
La prima è che tra i coach “aperturisti” ci sono, per lo più, i “vecchi” tecnici: Reja, Del Neri, Castori in primis. Quelli a cui, evidentemente, importa meno delle sofisticazioni tattiche del calcio contemporaneo, tanto che perpetuano abitudini di un’epoca meno complicata. E che non ritengono che la strada per la salvezza passi da metodologie degne del Mossad. La seconda è che i muri che progressivamente alza il calcio non hanno nessun rapporto con i risultati, ma contribuiscono solo ad allontanare il pubblico.
Sarebbe opportuno che nel regolamento di Lega (o almeno nella prassi) si fissasse uno standard, pari alla limitata disponibilità dei club “mediani”. Anche perchè cosa può esserci di così segreto da essere provato già il martedì per 38 settimane?
Un allenatore poco performante nelle ultime stagioni, Giuseppe Sannino, a Chievo faceva filmare anche le riunioni tecniche. “Tanto, nel calcio, non si inventa niente”. Magari scarso, ma di buon senso.
Alberto Bortolotti
consigliere nazionale Ussi