“Lo stadio di proprietà come risorsa per affrontare la crisi”. E’ stato questo l’oggetto del corso di formazione professionale che il Gruppo Umbro dell’Ussi ha promosso oggi nella Sala della Partecipazione della Regione Umbria, per l’organizzazione dell’Ordine dei Giornalisti dell’Umbria.
Presenti importanti esperti della materia che hanno analizzato la tematica, ognuno per la propria sfera di competenza, con i lavori coordinati dal consigliere nazionale Ussi Giuseppe Occhioni. Dopo il saluto del segretario dell’Ordine, Tiziano Bertini, e l’introduzione dello stesso Occhioni, è stato il coordinatore della rete commerciale dell’Istituto per il Credito Sportivo, Vincenzo Lamorte, a spiegare la “mission” della banca dello sport per affiancare enti pubblici e soggetti privati per la concessione di mutui e finanziamenti finalizzati alla costruzione o ristrutturazione di impianti sportivi.
L’Ics è intervenuto, tra l’altro, anche nei progetti degli stadi della Juventus e dell’Udinese, le prime due esperienze a livello nazionale di realizzazione di stadi di proprietà da parte di società di calcio. Un ruolo, quello del Credito Sportivo, di fondamentale importanza: per lo Juventus Stadium è intervenuto a finanziare circa il 50% dei costi (60 milioni di euro sui 120 spesi dalla società della famiglia Agnelli), per l’Udinese ha coperto 23 dei 37 milioni investiti dalla famiglia Pozzo.
Sullo stadio dell’Udinese ha relazionato nel dettaglio l’ing. Roberto Regni, che ha illustrato la sua importante esperienza professionale di progettista che lo ha portato a lavorare su numerosi impianti sportivi italiani: da Cesena a Pescara, da Carpi a Trieste a Trapani al nuovo stadio della Roma, e molti altri ancora. Partendo dall’impianto di riferimento a livello internazionale, che è l’Allianz Arena di Monaco di Baviera, Regni ha spiegato, tra l’altro, i criteri che ispirano la progettazione di nuovi impianti e le enormi potenzialità della gestione degli stessi.
Sia Lamorte che Regni hanno evidenziato le opportunità concesse dalla legge 147 del 2013 che ha “sburocratizzato” le complesse procedure nella presentazione dei progetti alle istituzioni preposte per poter avere risposte sui progetti stessi in tempi rapidi e, nel caso, accelerare al massimo anche i tempi di realizzazione. Lo stadio di Udine è stato difatti ultimato in un anno e mezzo, organizzando i lavori senza costringere la squadra a giocare le gare casalinghe altrove.
Tutti gli aspetti legati alla sicurezza dentro e fuori gli impianti sportivi sono stati affrontati invece dal capo di gabinetto della questura di Perugia, nonché responsabile del Gos (Gruppo Operativo per la sicurezza) Salvatore Barba, che ha indicato nel 2005 (omicidio Raciti) lo spartiacqua dell’introduzione delle nuove normative, particolarmente dure e restrittive per tutelare l’ordine pubblico e garantire così il regolare svolgimento delle manifestazioni sportive. Su questo versante l’esperienza dello stadio Curi, pur tra le mille difficoltà dettate dal fatto che si tratta di una struttura comunque piuttosto datata, può considerarsi senza dubbio positiva.
L’ultimo intervento della giornata è stato del rappresentante di un’azienda del settore digitale, la Wowmedia, Fabrizio Poccioli, che ha illustrato invece le enormi potenzialità nel settore della comunicazione che forniscono per le società di calcio i nuovi scenari tecnologici, con la possibilità di applicarli anche per gli impianti sportivi.