Calcio a porte chiuse: la Figc risponde all’Ussi
Lettera del numero uno del pallone Gravina al presidente Ferrajolo su diritto di informare: "Situazione eccezionale"

Il presidente della Federcalcio ha accolto le sollecitazioni della stampa sul diritto-dovere di informare in questa fase di emergenza sanitaria.

La risposta di Gravina a Ferrajolo
Caro Luigi,
l’eccezionalità del momento che stiamo vivendo ci impone scelte non prevedibili e, spesso, anche non auspicabili. Eppure la drammaticità della situazione che si è generata a causa della diffusione del contagio da Covid-19 nel nostro Paese ha imposto protocolli molto rigidi al mondo del calcio, uno dei pochi sport pervicacemente intenzionati alla ripresa.
Nel riscontrare il Tuo comunicato del 25 us, ti confermo che il diritto – dovere di informare rientra tra quelli per noi irrinunciabili ed è stato un principio al quale ci siamo ispirati nella definizione del protocollo per la ripresa delle gare sottoposto nella giornata di domenica al Ministero per lo Sport e al CTS. Per questo, seppur costretti a dover limitare il numero di accessi allo stadio, siamo stati molto attenti nel garantire un adeguato contingente riservato ai rappresentanti degli organi di informazione, non solo quelli titolari dei diritti audiovisivi esclusivi.
Ovviamente, il cosiddetto “protocollo ripresa gare a porte chiuse” è una necessità indotta dall’attuale situazione di eccezionale emergenza sanitaria, in un momento nel quale, tra l’altro, non è ancora noto quando i campionati potranno riprendere e per quanto tempo dovranno disputarsi nella più totale assenza di pubblico.
In questa fase, purtroppo, non è una scelta negoziabile contingentare il numero degli accessi, degli operatori dell’informazione come di tutte le altre categorie essenziali per lo svolgimento delle nostre manifestazioni sportive, e più ancora del pubblico, ma si tratta di un sacrificio che non possiamo evitare, auspicando che lo stesso si protragga il meno possibile.

Negli ultimi mesi siamo stati costretti a cambiare profondamente molti comportamenti di vita relazionale e di lavoro, che mai avremmo pensato sarebbero stati così pesantemente stravolti.
Su questo presupposto, abbiamo cercato di garantire comunque il diritto di informazione degli operatori radio-televisivi, della carta stampata e dei fotografi nella misura più ampia possibile “in presenza”, compatibilmente con la situazione emergenziale in corso, garantendo altresì forme di interazione (es. interviste a fine gara) “a distanza” per tutti coloro ai quali non fosse possibile assicurare l’accesso allo stadio. L’auspicio, condiviso col Governo, è comunque di poter aggiornare i numeri in senso migliorativo valutando la situazione generale ad una settimana dalla ripresa dell’attività ufficiale.
Concludo con una riflessione. In assenza di eventi sportivi, chissà per quanto tempo ancora, il mondo calcio si sta battendo per un graduale ritorno alla normalità anche per coloro (stampa sportiva, broadcaster e free lance) che sono stati più colpiti dallo stop improvviso delle competizioni agonistiche.
RinnovandoTi la nostra piena collaborazione, l’occasione mi è gradita per saluarTi cordialmente.
Con i migliori saluti,
Gabriele Gravina

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